lunedì 15 giugno 2020

Lo spirito santo

La verità sulla vita e la missione di Gesù Cristo
Lo spirito santo
Giovanni 20:21-22
Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo.
In che modo possiamo unire il Cristianesimo di tutto il mondo? Attraverso lo Spirito Santo, e da qui il nome “Associazione dello Spirito Santo”. Non con i pugni o con le baionette, ma con lo Spirito Santo. Non possiamo unire il mondo con la potenza umana, ma per mezzo dello Spirito Santo.
Dal discorso di Sun Myung Moon: L’Associazione dello Spirito Santo per l’Unificazione del Mondo Cristiano 1 maggio 1981
Senza ricevere lo Spirito Santo, non possiamo capire o ricevere la salvezza. Perché dovremmo aver bisogno che lo Spirito Santo discenda su di noi? Lo Spirito Santo spinge la nostra mente a stabilire un rapporto con Cristo e alla fine con Dio, ma perché abbiamo proprio bisogno dello Spirito Santo? Quali passi dovrebbero avvenire mentre lo Spirito Santo aiuta a portarci in Cielo e a Dio? La prima cosa che lo Spirito Santo ci aiuta a fare è pentirci.
Dal discorso di Sun Myung Moon: L’era del pentimento, 1 settembre 1978
Lo Spirito Santo ha l’incarico di ottenere il perdono dal cielo per i nostri peccati. Questo perché l’umanità non ha un rapporto diretto né con Dio né con Gesù, che sono in cielo. Perciò abbiamo bisogno di ricevere la cooperazione dello Spirito Santo che sta lavorando sulla terra. La via della redenzione è stata aperta grazie alla crocifissione di Gesù, ma in effetti chi lavora faticosamente per assumersi la responsabilità dei nostri peccati è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è nella posizione di mediatore per il nostro bene, rappresentando noi miseri peccatori.
Che tipo di prove attraversa lo Spirito Santo? Il sacrificio di Gesù, che morì sulla croce mentre era responsabile dei nostri peccati, e le sofferenze dello Spirito Santo che piange con noi quando piangiamo e siamo appesi alla croce, ci accompagnano sempre. Persino oggi Gesù sta subendo il sacrificio della crocifissione per amore nostro. Dovete capire chiaramente questo. Quando gli affanni di Gesù e lo sforzo dello Spirito Santo si uniscono insieme, con noi al centro, e noi raggiungiamo lo standard richiesto da Dio, allora tutti i peccati che abbiamo commesso sulla terra saranno redenti.
Di conseguenza, quando siamo di fronte al male e andiamo avanti, dobbiamo riconoscere che a causa dei nostri peccati, lo Spirito Santo ha lavorato faticosamente sulla terra per amore nostro e Gesù è morto sulla croce per noi. Dovunque andiamo, dobbiamo renderci conto che siamo peccatori che non possono essere liberati dalle sofferenze del cielo. Quindi, offrendo tutta la nostra mente e il nostro corpo per prendere il peso delle fatiche del cielo, dobbiamo affidarci allo Spirito Santo ed aiutare Gesù nel suo lavoro.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Perché Gesù diventò l’agnello che portava tutti i peccati del mondo? 11 giugno 1956
Quando venne Gesù, l’elemento o l’essenza maschile fu data a lui come la Parola maschile di Dio. Ma sulla terra non c’era nessuna donna a cui potesse essere dato l’elemento femminile. Così, quando Gesù lavorò in spirito dopo la sua crocifissione, questo elemento femminile di Dio lavorò insieme a lui come lo Spirito Santo.
Dal discorso di Sun Myung Moon: La nostra preghiera e il mondo spirituale, marzo e aprile 1965
Noi studiamo la Santissima Trinità, Dio, il Figlio Santo e lo Spirito Santo, Cosa significa esattamente questo? Noi diciamo Dio, il Figlio Santo e lo Spirito Santo, ma c’è qualcosa che manca, il Cristiano Santo, che forma la famiglia. Così lo Spirito Santo dev’essere la sposa per il Figlio Santo e con loro due, uniti nell’amore divino, può avvenire la moltiplicazione, dando nascita ai figli nella Famiglia Santa.
Dal discorso di Sun Myung Moon: La nostra missione attuale, 4 agosto 1974
Nel Giardino del Getsemani
Matteo 26:36-46:
Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».
Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciati lì, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
Gesù pregò nel Getsemani: “Padre, fa che questo calice passi da me. Ma sia fatta la Tua, non la mia volontà”. Quando pregava in questo modo, il suo cuore era quello di un Figlio che amava solo suo Padre. Sulla croce Gesù amò persino il suo nemico e pregò per lui. In tutta la storia non c’era mai stato prima di lui un uomo così, né c’è mai stato dopo di lui. Questo è il segno che ha amato tutta l’umanità. Questo è ciò che ha fatto di Gesù l’uomo più grande.
Dal discorso di Sun Myung Moon: La formula della provvidenza di Dio, 14 dicembre 1971
Dobbiamo conoscere la situazione desolata in cui Gesù pregò da solo nel Getsemani: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” Mt. 26:39.
Questa situazione non è limitata a Gesù. Inoltre anche la situazione in cui Gesù fu crocifisso, abbracciando il dolore, non è limitata solo a Gesù. La sua situazione è la nostra situazione, ed è una situazione della quale oggi deve essere partecipe l’umanità.
Il motivo per cui Gesù pregò ed era addolorato non era perché doveva morire, né era a causa del suo destino di dover attraversare la collina dei lamenti. Preoccupato della sua responsabilità di realizzare vittoriosamente il destino della storia, egli abbracciò la disperazione dell’amore divino. Gesù guardò i suoi seguaci, che avrebbero dovuto far conoscere al mondo l’amore di Dio, e pensò: Come poteva lui, che era stato mandato a rappresentare l’amore di Dio, trasformarli negli esseri che incarnavano questo amore? Sapeva anche che, se lui fosse morto, l’umanità sarebbe stata destinata ad attraversare un corso doloroso. Dobbiamo capire che Gesù non era un uomo che provò dolore solo per se stesso o ebbe il cuore straziato solo per se stesso.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Gesù che deve stabilire l’amore del Cielo, 24 febbraio 1957
In tutta la storia il dolore più profondo nel cuore di Dio fu il fatto che Adamo divenne un uomo caduto. Poi fu la morte di Gesù. La successiva resurrezione di Gesù permise alla fede cristiana di portare la salvezza, ma anche questa era a livello solo spirituale. Gesù pregò tre volte, nell’angoscia più profonda, quasi al limite della morte e disse: “Padre, se possibile, fa che questo calice passi da me; ma sia fatta non la mia, ma la tua volontà”.
Tanti teologi spiegano queste parole dicendo che quella era un’espressione della debolezza umana perché, anche se Gesù era predestinato a morire sulla croce, era pur sempre un essere umano. Se questo è vero, allora avrebbe dovuto affrontare coraggiosamente e con gioia quella situazione.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Il nuovo Messia e voi, 20 marzo 1972
Gesù si appellò da solo in lacrime davanti a Dio nel Giardino del Getsemani, senza essere accompagnato nemmeno dai suoi discepoli. Era assolutamente senza peccato, senza nessuna colpa e sperava solo di vivere come il Figlio di Dio. Dobbiamo sentire il cuore di Gesù, che percorse la via delle lacrime di sangue.
Oggi, nel punto in cui ci apprestiamo a portare una vittoria al cielo, dobbiamo riflettere se siamo veramente pronti ad attraversare la stessa collina di lacrime universali con Gesù, che l’ha già percorsa. Sin da quando gli uomini hanno lasciato il petto di Dio a causa della caduta, la storia umana è andata avanti tra le lacrime. Per essere liberati da questo, dobbiamo percorrere un cammino di lacrime. Questo non si applica solo al corso della provvidenza di Dio, ma anche a un popolo o ad una nazione.
Chiamiamo la persona che versa lacrime per una nazione o per il suo popolo, un profeta. Una nazione non nasce automaticamente. Emerge attraverso una storia di eventi dolorosi, pieni di difficoltà, formata da questi profeti. Similmente, se anche voi non scalate la storica collina delle lacrime, non potrete mai ricevere un giorno di vittoria. Gesù versò lacrime di sangue mentre percorreva la via del Golgota, la via di un pioniere, dopo aver scalato colline di lacrime per 30 anni. Oggi, se volete essere coloro che si assumeranno la responsabilità di realizzare la volontà di Dio e liberare Gesù, dovete versare lacrime di sangue, che nessuno riconosce e che sgorgano dal profondo del vostro cuore.
Se ci sono dei discepoli che versano lacrime per i fratelli e le sorelle del mondo e, inoltre, se versate incessantemente lacrime per il cielo senza riuscire a fermarvi, sarà posta una condizione per la vittoria.
Una volta Gesù si volse a guardare Gerusalemme e non poté fare a meno di versare lacrime, eppure nessuno capì il suo cuore. Poiché non aveva nemmeno un amico che potesse piangere insieme a lui quando piangeva tristemente, Gesù dovette morire sulla croce.
… Amate la vostra famiglia? Se è così, dovete sudare per la famiglia. Se amate il vostro popolo, dovete sudare per il popolo. Se amate il mondo, dovete sudare per il mondo. Dobbiamo anche seguire l’esempio di Gesù, che pregò nel Giardino del Getsemani per tutta l’umanità, costruendo da solo un altare, mentre gli altri non sapevano nulla. Dobbiamo diventare un secondo Gesù che può versare sudore e lacrime per tutta l’umanità.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Diventiamo vittoriosi per Dio, 30 giugno 1957

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