lunedì 15 giugno 2020

Ciò che è legato sulla terra è legato in cielo

La verità sulla vita e la missione di Gesù Cristo
Ciò che è legato sulla terra è legato in cielo
Matteo 16: 19
Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli.
In Matteo 16:19 e 18:18 Gesù dice: “Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
Quando lasciò la terra, diede le chiavi del Regno dei Cieli a Pietro, che era sulla terra. Poiché il Regno dei Cieli fu perso sulla terra deve essere ritrovato sulla terra.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Un Dio, una religione mondiale, 11 febbraio 1972
In Matteo 16:19 e 18:18, Gesù insegna che, anche se ora questo mondo è completamente corrotto, questi problemi devono essere risolti sulla terra. Dio deve innanzitutto restaurare la Sua famiglia, la Sua nazione e il Suo mondo qui, in questo mondo fisico. Dov’è che Dio ha perso la Sua famiglia, la Sua tribù, la Sua nazione e il Suo mondo? Su nel cielo? No. Proprio qui, sulla terra. La malattia è scoppiata qui nel mondo fisico. Perciò deve essere curata qui. Dobbiamo sciogliere il nodo in questo mondo fisico.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Il compleanno dei Veri Genitori, 13 febbraio 1997
Cosa successe dopo la crocifissione di Gesù? Il piano salvifico di Dio si divise, con una provvidenza di salvezza fisica da un lato e una provvidenza di salvezza spirituale dall’altro. Gesù realizzò la posizione di Vero Genitore dell’umanità a livello spirituale. Poiché il suo corpo fu ucciso, era nella posizione di essere lo Sposo in senso spirituale. Lo Spirito Santo è nella posizione di Sposa, ma non ha mai avuto una forma fisica come ha fatto una volta Gesù. La Bibbia insegna che il regno verrà prima sulla terra e poi sarà aperto nel cielo:
“Tutto ciò che legate sulla terra sarà legato in cielo e tutto ciò che sciogliete sulla terra sarà sciolto in cielo”.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Il giorno della Vittoria del Cielo, 4 ottobre 1979
Il monte della Trasfigurazione
Luca 9:27-31
Ora io vi dico in verità che alcuni di quelli che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il regno di Dio».
Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme.
In Luca 9:30 c’è una descrizione del Monte della Trasfigurazione:
“Ed ecco due uomini conversavano con lui, ed erano Mosè ed Elia, i quali appariti in gloria, parlavano della dipartita ch’egli stava per compiere in Gerusalemme”.
In altre parole, questo è il momento in cui Dio mandò Mosè ed Elia come messaggeri, informando Gesù della sua crocifissione a Gerusalemme. La crocifissione fu decisa in quel particolare momento.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Natale nel cuore, 25 dicembre 1973
In circostanze difficili, sotto la persecuzione, per riportare la nazione e la religione a Dio, Gesù pregò in cima a una montagna e lottò contro Satana per tutti i tre anni della sua vita pubblica. E tuttavia non vide nessun frutto. Di conseguenza, alla fine, salì sul Monte della Trasfigurazione con il sentimento di risvegliare la gente ignorante, anche se avesse dovuto affrontare la morte. Dopo essersi reso conto che nessuno sforzo umano avrebbe portato dei risultati, si fece avanti con un cuore desideroso di salvare le persone che avevano i legami della storia e dell’era, e che erano collegati al cuore di Dio.
Era determinato, anche se doveva morire come sacrificio e versare il suo sangue.
Il luogo che visitò con questo cuore non era un grande palazzo. Non era neanche la casa di un discepolo che lo aveva accolto, né la casa di un funzionario del governo, né la casa di un capo della religione ebraica. Era una montagna, il Monte della Trasfigurazione.
Quando Gesù salì sul Monte della Trasfigurazione, scartò tutte le risoluzioni precedenti e si dispose a dare il suo corpo alla nazione, determinato ad affrontare la morte. Se qualcuno può immaginare l’aspetto e il cuore di Gesù mentre saliva sulla montagna in quel momento, se qualcuno può sperimentare quel dolore come suo e guardare Gesù con questo cuore, potrà sperimentare il dolore che Gesù provò verso il cielo, la nazione e la sua religione.
Poiché quella figura e quella situazione erano piene di pathos, Dio mandò Mosè ed Elia a discutere con Gesù la sua morte a Gerusalemme. Gesù sapeva che il cielo e i suoi discepoli sarebbero stati colpiti dal dolore alla sua morte. Preoccupato per il popolo e i suoi discendenti, si addolorava per il passato, il presente e il futuro. Volendo salvare il popolo ebreo persino attraverso la sua morte. Gesù si presentò a Dio con un cuore di preghiera simile a quello di Elia quando invocò:
1 Re 19:14: “Io sono stato mosso da una grande gelosia per il Signore, per il Dio degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; son rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita.”
Il cuore di Gesù era veramente triste.
Dopo essere stato informato della sua prossima morte a Gerusalemme, Gesù si preparò per quel giorno. Sentiva che quel giorno si avvicinava sempre più e che la situazione diventava sempre più confusa. Vedendo che uno dei suoi amati discepoli lo avrebbe tradito, Gesù sentì seriamente la necessità di concludere tutte le sue cose sulla terra prima di andare sulla croce. Sapendo che aveva la responsabilità come Salvatore di seguire la via della morte, Gesù era preoccupato che anche dopo la sua morte i dolori del passato, del presente e del futuro non sarebbero scomparsi, ma sarebbero rimasti.
La sua mente e il suo corpo erano immersi in questi sentimenti.
Dal discorso di un Myung Moon: Il cuore addolorato di Gesù mentre saliva sulla montagna, 25 gennaio 1959
Gesù rimprovera Pietro
Matteo 16:21-23:
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai». Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».
Dio ordinò a Gesù di cambiare la sua missione. Pietro reagì a questa notizia rispondendo: “Dio ce ne guardi! Questo non ti accadrà mai”. Sapete cosa gli disse Gesù? “Allontanati da me Satana! Tu mi sei d’impedimento, perché non sei dal lato di Dio ma da quello degli uomini.”
Generalmente i cristiani, compresi i teologi e i prelati, hanno interpretato questa frase così: “Guardate, persino Pietro fu rimproverato da Dio. Perché? Perché Pietro era nella posizione di opporsi alla crocifissione, che era la volontà di Dio”. Questa è la loro interpretazione: la crocifissione era il corso predestinato di Gesù. Le persone, però, non sanno che questo successe dopo che Dio aveva informato Gesù del cambiamento della sua missione in direzione della crocifissione. Questo è il motivo per cui Gesù ora seguiva questo corso modificato, e Simon Pietro non conosceva il vero cuore di Dio.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Natale nel cuore, 5 dicembre 1973
Dio diede due tipi di profezie riguardo la realizzazione della Sua volontà attraverso Gesù. Una prediceva che Gesù sarebbe morto a causa della mancanza di fede del popolo. Isaia 53. L’altra prediceva che il popolo avrebbe creduto in Gesù e lo avrebbe onorato come Messia aiutandolo a realizzare la volontà di Dio nella gloria. Isaia 9.
Perché Gesù rimproverò Pietro così aspramente? In verità, quando Gesù disse queste parole, la mancanza di fede del popolo scelto aveva già resi vani i suoi sforzi di completare la provvidenza di salvezza sia fisicamente che spiritualmente. Ormai aveva deciso risolutamente di accettare il destino della croce (Luca 9:31) come una condizione di indennizzo per aprire la strada per la salvezza spirituale dell’umanità. La dissuasione di Pietro avrebbe potuto impedire a Gesù di aprire la via della salvezza spirituale attraverso la croce. Per questo motivo Gesù lo rimproverò.

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