La verità sulla vita e la
missione di Gesù Cristo
Gesù, tuttavia, non venne
per se stesso.
Venne innanzitutto per la
storia, per la fede ebraica e per il popolo d’Israele. Venne per i discepoli
che lo avrebbero seguito. Su scala più vasta, venne per amore delle persone,
della nazione, del mondo e dell’universo. Ecco in che modo visse la sua vita.
Persino la sua morte non fu per lui stesso.
Con un cuore di
compassione, persino nel momento della morte sulla croce, pregò per il popolo
ebreo che lo tradiva, per i discepoli e per l’umanità che lo tradiva. Poiché
era un uomo di dolore, poté diventare loro amico. Poté pregare per amore del
popolo che gli si opponeva e per i nemici che lo colpivano. In 4.000 anni di
storia umana non si era mai sentita una cosa del genere. Questo fu il lavoro di
un’impresa universale per smantellare il muro del peccato profondamente
radicato in cielo e sulla terra.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: La provvidenza di Dio e la natura dell’impresa che trascende la realtà, 2
dicembre 1956
La vittoria di Gesù sulla
croce
Matteo 27:50:
E Gesù, avendo di nuovo
gridato con gran voce, rese lo spirito.
Signore e signori: per chi
si è sacrificato Dio? Non per l’America, né per il Cristianesimo, ma per
ciascuno di noi, per “te” e per “me”. Analogamente, anche il motivo per cui
Gesù fu crocifisso non era per salvare se stesso, ma per salvare noi, “voi” e
“me”.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: La strada per l’America e l’umanità negli Ultimi Giorni, 22 gennaio 2000
Gesù morì sulla croce
come un sacrificio di sostanza incorrotta. Ecco come presentò la sua natura, il
suo cuore e la sua mente agli uomini sulla terra. Gesù era l’uomo che Dio
poteva considerare degno, l’uomo che Dio poteva chiamare giusto, l’uomo di cui
Dio poteva essere felice e che poteva amare come il rappresentante di tutte le
persone della storia e per tutte le cose.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Gesù che deve stabilire l’amore del Cielo, 24 febbraio 1957
La via della croce
realizzò la fede eterna. La croce permise a Gesù di sperimentare la speranza
eterna di Dio. La croce ci consiglia anche di possedere la vita eterna e
l’amore di Dio. Dovete capire che, grazie alla croce, la storia di espiazione
portò ad aprire la via della salvezza per noi. Divenne la condizione che ci
lascia in eredità la fede eterna, la speranza eterna e l’amore eterno di Gesù.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Reclamiamo l’ideale eterno di Dio, 7 ottobre 1956
Agli occhi di quelli che
erano attorno a lui, Gesù era un miserabile fallimento, che fu crocifisso. Ma
Dio scese da Gesù e disse: “Figlio mio, non ti preoccupare. Prenderò io la tua
missione”. Quella promessa divenne il lavoro di Dio nel Cristianesimo.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Il giorno della Vittoria del Cielo, 4 ottobre 1976
Giovanni 1:29:
Ecco l’Agnello di Dio che
toglie il peccato del mondo!
L’amore supremo di Dio si
riceve quando si supera il punto della morte. Perciò, per ricevere l’amore di
Gesù, dobbiamo essere disposti interiormente ad attraversare addirittura il
punto della morte. In quel momento, Satana sicuramente si sottometterà. Per
4.000 anni, Dio guardò il mondo dall’alto con dolore e preoccupazione da solo,
ma quando Gesù era sulla terra, attorno a lui si sviluppò una nuova battaglia
con Satana. Gesù dimenticò totalmente se stesso e combatté per amore di Dio. E
non solo, poiché non ebbe nessun desiderio egoistico nemmeno quando fu di
fronte alla morte, poté manifestare il potere della resurrezione. Oggi, anche
noi dobbiamo attraversare lo stesso corso vittorioso di Gesù.
Sulla base della vittoria
della croce che portò testimonianza al suo amore, Gesù poté formare un legame
immutabile con Dio che aveva portato avanti il piano provvidenziale per 4.000
anni. Gesù divenne l’incarnazione della vittoria e dell’amore immutabili.
Rappresentando il cielo, la terra e l’umanità, Gesù divenne una sola cosa con
Dio e poiché Dio rimane immutato, anche lui non cambierà.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Come Gesù, restituiamo a Dio la gloria della resurrezione, 27 maggio 1956
Satana … ha una certa
coscienza e capisce che non può essere amato nella stessa misura di Dio. Sa che
non merita un tale amore, eppure questo è proprio l’amore che Gesù mostrò sulla
croce. Persino ferito e moribondo, Gesù dimenticò se stesso, amò i suoi nemici
e chiese perdono per loro. In circostanze simili, per quanto perfido possa
essere il nemico, purché nel suo cuore rimanga anche un solo briciolo di
coscienza, non può fare a meno di inchinarsi ed arrendersi.
Esercitando questo stesso
amore potete separarvi completamente dal vostro nemico, e scoprirete di non
avere nessun nemico. Quando raggiungerete questo livello di perfezione d’amore,
potrete entrare in una nuova era, l’era dell’amore ideale.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: La Via della volontà di Dio, 30 maggio 1982
Filippesi 2:8-9:
Umiliò se stesso,
facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha
sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gesù morì per la
liberazione di Dio e dell’umanità, non per la propria salvezza. Se i cristiani
di oggi sono persone ragionevoli, dovrebbero credere a Gesù e a Dio per la
propria salvezza, o per l’umanità e per la liberazione di Gesù e di Dio? Oggi
tante preghiere offerte dai cristiani sono egocentriche, sono piene di
richieste di soldi, salute e benessere. In confronto alla tradizione di Gesù,
queste persone hanno la mente di un ladro o di un rapinatore; non pensano affatto
a dare, ma solo a prendere. Non c’è assolutamente nessun modo per queste
persone di evitare il declino.
Se Gesù, sapendo che
doveva morire sulla croce, avesse cercato di evitarla, sarebbe stato il Messia?
Avrebbe realizzato coraggiosamente la sua parte di missione? Sarebbe stato un
traditore di Dio e, quando alla fine fosse morto, la sua sarebbe stata una
morte disonorevole. Se fosse successo questo, sarebbe stata la più grande
tragedia, perché l’umanità avrebbe dovuto pagare indennizzo per questo. Allora
non ci sarebbe stato nessun Cristianesimo.
La strada della
provvidenza di Dio comporta sempre il superamento della morte. Gesù dimostrò
veramente di essere il Figlio di Dio perché accettò volentieri il ruolo della
morte in modo onorevole. Morì in una maniera tale che Satana dovette arrendersi
di fronte a lui. Satana non poteva avanzare nessuna accusa che Gesù non
meritava di essere chiamato il Figlio di Dio.
Satana dovette inchinarsi
e dire che Gesù amava Dio più di quello che Satana avrebbe mai potuto fare.
Come un agnello, Gesù divenne un sacrificio sull’altare in modo che gli altri
potessero vivere.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Il giorno dei figli e la tradizione, 20 novembre 1979
Riflettete: anche se Gesù
fu messo in croce 2.000 anni fa, il suo potere e la sua influenza si sono
diffusi in tutto il mondo. Ma immaginate se Gesù non fosse morto. Supponete che
avesse trovato una base sufficiente per stabilire la sua famiglia e i suoi figli
avessero cominciato a moltiplicarsi da quell’epoca. Quanto tempo pensate ci
sarebbe voluto per restaurare il mondo intero? Non più di 600 anni. I
discendenti di Gesù avrebbero formato il “tronco della famiglia centrale” per
tutte le famiglie del mondo e il vero albero di olivo in cui tutti gli alberi
di olivo selvatici del mondo caduto si sarebbero dovuti innestare. L’influenza
che si sarebbe diffusa da quel vero olivo avrebbe trasformato il mondo in un
giardino di alberi di olivo veri. In quel giardino di olivi veri, Dio avrebbe
potuto unire completamente tutta l’umanità e prendere il dominio.
Dal discorso di Sun Myung
Moon: Il 43° anniversario del Giorno della Fondazione, 1 maggio 1997.
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