domenica 21 dicembre 2014

L’arresto e il tradimento


La verità sulla vita e la missione di Gesù Cristo
L’arresto e il tradimento
Marco 14:41-50:
Venne la terza volta e disse loro: «Dormite pure, ormai, e riposatevi! Basta! L'ora è venuta: ecco, il Figlio dell'uomo è consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
In quell'istante, mentre Gesù parlava ancora, arrivò Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una folla con spade e bastoni, inviata da parte dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. Colui che lo tradiva aveva dato loro un segnale, dicendo:
«Quello che bacerò, è lui; pigliatelo e portatelo via sicuramente». Appena giunse, subito si accostò a lui e disse: «Rabbì!» e lo baciò. Allora quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono…Allora tutti, lasciatolo, se ne fuggirono.
Se Pietro o qualcuno dei dodici apostoli fosse stato un amico del Golgota, Gesù non sarebbe dovuto morire. Dio non avrebbe avuto nessun rancore. Se i dodici discepoli si fossero uniti e avessero deciso di morire con Gesù, sarebbe successo un miracolo e Gesù non sarebbe morto. Gesù agonizzò per 33 anni guardando il popolo scelto, e versò lacrime per i tre anni della sua vita pubblica per amore delle persone sulla terra. E tuttavia, dove andarono le persone che avevano riposto le loro speranze in Gesù? Dove andarono i capi religiosi che lo avevano osservato? Dove andarono i suoi discepoli che avevano condiviso gioie e dolori seguendo Gesù durante i suoi tre anni di vita pubblica? Ogni volta che vedevano dei vantaggi, o nei momenti di gioia, dicevano che erano amici e discepoli di Gesù e cercavano più di chiunque altro di stare con lui. Alla fine, però, la loro strada non ebbe nulla a che fare con Gesù.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Chi diventerà l’amico del Golgota, 19 ottobre 1958
Se i tre discepoli principali di Gesù si fossero uniti insieme e si fossero offerti di morire al suo posto, Gesù non sarebbe andato sulla croce. Anche se Gesù non fosse stato rilasciato, se i tre discepoli principali fossero morti sulla croce insieme a lui, allora tutti e quattro avrebbero potuto risorgere e in quel momento Gesù sarebbe potuto ascendere al cielo. Attraverso la resurrezione di queste quattro persone sulla terra, tutto il mondo spirituale sarebbe potuto discendere da quel momento in poi, lavorando attraverso il cuore delle persone e facilitando la restaurazione del mondo intero.
Poiché quella base non fu posta al tempo di Gesù, fra questo mondo e il mondo spirituale c’è stato un grande divario. Fino ad oggi solo quelli che hanno superato i tre discepoli di Gesù e sono stati pronti ad affrontare il martirio per amore della volontà di Dio, hanno potuto essere contattati dai regni celesti del mondo spirituale. A causa del fallimento dei discepoli di Gesù, queste persone hanno dovuto essere martirizzate, versando il loro sangue per restaurare ciò che i discepoli non erano riusciti a realizzare.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Un esame di coscienza, 1 dicembre 1976
Pietro rinnega Gesù
Luca 22:54-62:
… E Pietro seguiva da lontano. Essi accesero un fuoco in mezzo al cortile, sedendovi intorno. Pietro si sedette in mezzo a loro. Una serva, vedendo Pietro seduto presso il fuoco, lo guardò fisso e disse: «Anche costui era con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Donna, non lo conosco». E poco dopo, un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di quelli». Ma Pietro rispose: «No, uomo, non lo sono». Trascorsa circa un'ora, un altro insisteva, dicendo: «Certo, anche questi era con lui, poiché è Galileo». Ma Pietro disse: «Uomo, io non so quello che dici». E subito, mentre parlava ancora, il gallo cantò.
E il Signore, voltatosi, guardò Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: «Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.
Voglio che sappiate che persino Pietro, che presumibilmente era il discepolo principale di Gesù, rinnegò Gesù alla fine dei tre anni. Questa prova di lealtà è la formula di fede attraverso cui tutti gli uomini sono dovuti passare …. Forse vi domanderete perché fate questo, ma ricordate che questa è la strada che io ho percorso.
Dal discorso di Sun Myung Moon: La tradizione della Chiesa dell’Unificazione, 11 dicembre 1977
Mentre Gesù stava percorrendo la via della crocifissione, il cammino solitario verso la cima del Golgota, si voltò indietro a guardare Pietro, che era il rappresentante dei suoi amati dodici apostoli. Questo perché Gesù temeva che Pietro, che avrebbe dovuto essere il primo a seguirlo, avrebbe potuto cambiare idea. Dovete diventare le persone che sperimentano di nuovo il senso di essere guardati da Gesù, che si volse indietro a guardare Pietro con un cuore d’amore, nonostante provasse nel suo cuore una dolorosa amarezza per tutta la sua preoccupazione per la volontà di Dio.
Eppure Pietro negò tre volte di conoscere Gesù. Perciò finì per trovarsi in una situazione in cui era completamente separato dalla volontà del cielo e non aveva nulla a che fare con Gesù. Anche se Gesù sapeva tutto questo, voleva trovare almeno una persona su questa terra che potesse difenderlo fino all’ultimo ed essere solidale con lui mentre percorreva la via della morte. Così si volse indietro a guardare Pietro, che era il discepolo migliore, il discepolo più amato. Oggi voi dovreste capire che l’intenzione di Gesù di trovare una persona vera era racchiusa profondamente in quello sguardo che inviò in direzione del suo amato discepolo Pietro.
Non ci può essere una situazione più dolorosa di questa per Gesù, che era venuto con la responsabilità di realizzare l’intero piano provvidenziale di Dio. Nemmeno una persona poté capire i suoi sentimenti di ardente desiderio e di disappunto, quando volse lo sguardo per trovare anche solo una persona che potesse ereditare la sua missione mentre si avviava sulla strada del Golgota, la via della morte, a causa della mancanza di fede dell’umanità. Lo strazio di Gesù era indescrivibile. Solo Dio capiva il cuore affranto di Gesù e si preoccupava della sua deplorevole situazione.
Quando Gesù ripensò al corso impegnativo e faticoso che aveva percorso rappresentando il cielo, da solo, nel dolore e nell’amarezza per tutta la sua vita, l’indignazione con cui avrebbe voluto maledire l’umanità e invocare la condanna sulla terra, lo penetrò fin nelle ossa. Ma Gesù si trattenne e si fermò per voltarsi a guardare Pietro, che lo stava seguendo. Dovete sapere che se non riuscite a capire questi sentimenti nascosti nel cuore di Gesù, non potete stare con orgoglio di fronte a tutta l’umanità dopo aver ereditato il lavoro di Gesù per la provvidenza di Dio.
E quale sarà stato il cuore di Pietro, che osservava Gesù che finiva la sua via percorrendo il corso di tribolazione da solo? Deve essere stato in un’angoscia terribile, distrutto dalla desolazione, incapace di dimenticare la natura originale del rapporto d’amore che in passato aveva avuto con Gesù. Come deve aver sofferto il cuore di Pietro, mentre osservava l’afflitto e innocente Gesù che veniva insultato, rimproverato e trascinato in catene. Tuttavia, poiché non capiva completamente che Gesù era il Messia, che era venuto con la missione di salvare tutta l’umanità, Pietro finì in una situazione da cui non riusciva ad uscire. 
Invece pensò solo a se stesso. Quando vennero fuori le serve a chiedere a Pietro se era uno degli uomini che erano insieme a Gesù, egli rispose tre volte: “Non lo conosco”. Dovete sapere chiaramente una cosa: questo aspetto di Pietro fu il comportamento rappresentativo dell’umanità sulla terra. Quando riflettiamo sulle circostanze di Gesù e di Pietro, il fatto che Gesù si volse indietro a guardare Pietro, che lo aveva rinnegato tre volte, non fu una cosa che avvenne solo fra Pietro e Gesù, ma un fatto che è accaduto in tutto il corso della storia umana.
Quando tutti gli uomini faranno un passo avanti, dinanzi a Satana, come veri cristiani in nome della volontà di Cristo, incontreranno sicuramente delle accuse infondate per tre volte.
In che tipo di situazione dovremmo trovarci quando verrà sulla terra questo tempo di aspra battaglia? Non dobbiamo essere in una situazione simile a quella di Pietro quando disse di non conoscere Gesù. Dobbiamo diventare quei figli e quelle figlie vittoriosi che possono difendere il corso di sudore, sangue e lacrime che Gesù percorse sino alla fine.
Dobbiamo stare con Gesù, essendoci pentiti di tutte le nostre scuse, le nostre circostanze, la nostra vita di peccato e la nostra inadeguatezza. Se non possiamo stare in questa posizione, non possiamo partecipare alla gloria di ricevere il Signore che ritorna.
Anche se Pietro rinnegò Gesù tre volte, Gesù si voltò veramente indietro a guardarlo. Di conseguenza, quando Pietro vide che Gesù dimenticava tutte le sue difficoltà e il suo dolore personale per voltarsi a guardarlo, nella sua mente avvenne una completa rivoluzione. Nonostante il terribile fatto di aver negato tre volte di conoscere Gesù, quando Pietro vide che Gesù si prendeva veramente cura di lui e si preoccupava del suo futuro, sperimentò un’esplosione di emozioni dentro di sé. In quel momento ricordò e sentì il vecchio rapporto di aver condiviso le gioie e i dolori del Signore. In quell’istante Pietro divenne consapevole della sua identità.
Pietro vide che Gesù, che aveva deciso di rischiare la propria vita per realizzare la volontà del cielo, stava facendo un grande sforzo per preparare con orgoglio la via della salvezza per l’umanità senza lasciarsi prendere troppo dal risentimento che provava come essere umano. Pietro vide che, persino mentre percorreva la strada verso la morte e il cielo, Gesù si preoccupava ancora di lui. Questo fece sentire a Pietro la sua inadeguatezza e meschinità interiore. In altre parole, quando Pietro confrontò la posizione di Gesù, che rappresenta Dio, con la sua posizione, che doveva rappresentare Gesù come il discepolo che aveva giurato di servirlo devotamente, vide che esisteva una differenza enorme tra la sua devozione verso Gesù e la devozione di Gesù verso Dio.
Inoltre, anche se Pietro aveva pensato di credere a Gesù, in quel momento si rese conto che la sua fede era basata sull’amore per se stesso, anziché sull’amore per il cielo, come era per il Signore. Allo sguardo di Gesù, Pietro subì un tale shock che si vergognò profondamente di se stesso e pianse per la sua mancanza di fede.
Poi cosa sentì Pietro? Sentì la sua incredulità e contemporaneamente l’incredulità di chi era attorno a Gesù. Mentre osservava quelle persone malvagie intorno a Gesù che lo legavano e si divertivano a fustigare il Cristo, che era innocente, e del quale ogni singola persona, avrebbe detto che era senza colpa, Pietro incontrò lo sguardo di Gesù perseguitato e vide il suo cuore desolato ed afflitto. Inondato dal calore dello sguardo di Gesù diretto verso di lui, Pietro sentì l’arroganza dell’ambiente circostante. In quel momento Pietro prese la giusta risoluzione di combattere contro il potere arrogante dell’ambiente fino al tempo in cui il Signore sarebbe ritornato a distruggere i malvagi.
C’era una differenza infinita tra l’atteggiamento buono e immutabile di Gesù che si avviava verso il cielo e l’arroganza dell’ambiente che lo circondava. Attraverso il breve sguardo di Gesù, Pietro poté eliminare la sua storia di vita meschina e decidere di stabilire lo standard di bontà lottando contro l’ambiente e dedicando se stesso a Dio ancora di più. Attraverso Gesù che moriva in silenzio per amore del cielo, della terra, dell’umanità e della volontà di Dio, Pietro giunse a rispettare il Signore in modo naturale e versò lacrime di pentimento, piangendo amaramente di fronte ad una simile morte.
Quando Gesù Cristo si voltò a guardare per l’ultima volta, si accorse che c’era un discepolo che lo capiva. In quel momento il legame fra Dio e l’umanità che era stato interrotto venne restaurato. Sentendosi insufficiente e inadeguato nei confronti di Gesù, che moriva dinanzi alla volontà di Dio e in nome del cielo e della terra, Pietro da solo versò lacrime di contrizione rappresentando tutta l’umanità e i numerosi discepoli. Dopo aver visto che Gesù veniva sottoposto a patimenti prima di essere crocifisso, soltanto Pietro gemette, versando lacrime. Questo creò uno standard per cui Gesù poté sostenere il piano di salvezza con al centro i suoi discepoli e un nuovo standard con cui Gesù e l’umanità si potevano collegare.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Gesù che si volta Indietro a guardare percorrendo la via del suo destino, 10 febbraio 1957
Il Processo davanti a Ponzio Pilato
Matteo 27: 11-14:
Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù gli disse: «Tu lo dici». E, accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» Ma egli non gli rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto.
Gesù fu spinto a percorrere la via della croce e a stare al cospetto delle autorità e di Pilato. Era accusato del crimine di “proclamarsi re dei Giudei”. In quel momento Gesù mantenne il silenzio e solo dopo che Pilato gli chiese: “Sei tu il re dei Giudei?” rivelò finalmente la sua identità.
Le persone buone e giuste dal lato di Dio avrebbero dovuto considerare la gloria di tutta la loro vita servire ed adorare Gesù come loro re. Invece, Gesù si trovò ad affrontare un processo dinanzi a Pilato e fu accusato come un criminale. Quando fu davanti al processo di Satana, che non poteva essere evitato, ruppe il suo silenzio. Parlando a nome dell’angoscia di Dio, disse la verità così com’era.
Da questo possiamo imparare che persino nelle attività del cielo, quando Satana rivela la verità e fa delle domande su di essa al lato di Dio, il lato di Dio non ha altra scelta che rivelare il cuore segreto. Analogamente, quando i santi dal lato di Dio additano i segreti nascosti dentro il cuore di Satana, anche lui non ha altra scelta che dire la verità.
Gesù tenne dentro di sé la conoscenza della restaurazione che non poteva rivelare a nessuno. Nella sua vita di ogni giorno, non solo spinse avanti la provvidenza del cielo attraverso opere di servizio in silenzio, negli aspetti pratici della vita, ma avanzò innanzi a tutti per rivelare la verità nascosta riguardo il corso di restaurazione.
Dal discorso di Sun Myung Moon: Riveliamo il valore della restaurazione, 3 luglio 1956
Barabba
Marco 15:7-11:
Vi era allora in prigione un tale, chiamato Barabba, insieme ad alcuni ribelli, i quali avevano commesso un omicidio durante una rivolta. La folla, dopo essere salita da Pilato, cominciò a chiedergli che facesse come sempre aveva loro fatto. E Pilato rispose loro: «Volete che io vi liberi il re dei Giudei?» Perché sapeva che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla a chiedere che piuttosto liberasse loro Barabba.
Gesù fu ucciso invece di Barabba, un uomo che si meritava di morire. Forse non vi dispiacerebbe se foste uccisi al posto di un uomo giusto, ma se questo fosse soltanto un comune criminale, come vi sentireste? Questo è esattamente ciò che accadde a Gesù, ma Gesù non biasimò quell’uomo. Sapreste fare facilmente una cosa del genere? Io penso che non ne siate sicuri. Gesù venne come il Figlio di Dio ma fu ucciso al posto del peggiore criminale, e nemmeno da uomini giusti, ma dai soldati romani che stavano solo svolgendo uno sgradevole incarico.
Sareste disposti a morire come fece Gesù? Che tipo di valore ne risulterebbe? Vorrebbe dire che qualunque persona a quel livello potrebbe essere liberata. Col perdono di Gesù a Barabba e ai soldati romani, il livello più basso dell’inferno poté essere liberato spontaneamente.
Dal discorso di Sun Myung Moon: L’era del pentimento, 1 settembre 1978




1 commento:

  1. Non ci può essere una situazione più dolorosa di questa per Gesù, che era venuto con la responsabilità di realizzare l’intero piano provvidenziale di Dio. Nemmeno una persona poté capire i suoi sentimenti di ardente desiderio e di disappunto, quando volse lo sguardo per trovare anche solo una persona che potesse ereditare la sua missione mentre si avviava sulla strada del Golgota, la via della morte, a causa della mancanza di fede dell’umanità. Lo strazio di Gesù era indescrivibile. Solo Dio capiva il cuore affranto di Gesù e si preoccupava della sua deplorevole situazione.

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