
La Verità
sulla vita e la missione di Gesù Cristo
Come potete diventare veri figli e vere
figlie di Cristo?
Noi crediamo in Gesù Cristo come il
Salvatore e il Messia perché vogliamo anche noi diventare i figli e le figlie
che possono realizzare la volontà di Dio. Gesù morì per la missione, non per
conquistare il suo pezzetto di Cielo personale. Perciò, non preoccupatevi del
vostro Cielo, ma preoccupatevi di portare il Regno di Dio nella vostra società
e in questo mondo. Se siete così, quando direte a Dio: “Io non voglio andare
nel Regno di Dio”, Dio vi rincorrerà e vi metterà personalmente nella posizione
più alta del Suo Regno.
Gesù non si lamentò mai con Dio per il
comportamento ribelle di quello stesso popolo che era stato mandato a salvare e
non smise mai di curarsi di loro. Questo non era il cuore di Gesù. Gesù sapeva
chiaramente che la sua missione non era semplicemente la salvezza di Israele,
ma del mondo. Gesù, come figlio di Dio, era perfettamente unito a Dio nella
volontà e nel cuore. E grazie a questa unità Gesù Cristo poté morire volentieri
per il resto del mondo.
Come potete diventare veri figli e vere
figlie di Cristo? Unendovi perfettamente a Gesù Cristo, unendovi al suo spirito
e unendovi al suo cuore. Se siete perfettamente uniti a Gesù Cristo, potete
essere un sacrificio volontario per la salvezza del resto del mondo. Dio
sarebbe molto contento di sentire Gesù pregare: “Dio, la Tua meta è la salvezza
del mondo. Ti prego, usa me e i miei fratelli e sorelle cristiane come Tuo
sacrificio per realizzare la Tua volontà.” I veri cristiani sono quelli che
sono disposti a sacrificare se stessi, la loro chiesa e la loro confessione per
realizzare la volontà di Dio per la salvezza del mondo.
Guardando i 2.000 anni di storia
cristiana possiamo vedere che milioni di cristiani hanno pregato Dio
profondamente e senza egoismo. All’inizio del Cristianesimo, quale pensate
fosse la preghiera predominante? La supplica costante dei cristiani a Dio era:
“Signore, per favore manda di nuovo Tuo figlio come hai promesso”. Questo era
molto diverso dal tipo di preghiere che la maggior parte delle persone sta
facendo oggi: “Signore, per favore, aiuta la mia famiglia a prosperare;
benedici la mia chiesa, etc.”.
Un vero cristiano non potrebbe pregare
per l’aiuto e la benedizione di Dio solo per la sua famiglia. Quelli che
pregano solo per la loro parte di benedizione di Dio non andranno a finire in
Cielo. Dopo aver conosciuto la verità sulla situazione di Dio possiamo solo
pregare così: “Dio, sono pronto ad essere il Tuo sacrificio. Usami come Tuo
strumento; realizza la Tua volontà per la salvezza del mondo attraverso di me”.
Questo tipo di persone creeranno il Regno di Dio.
La realtà del primo Natale
Per conoscere meglio il cuore di Gesù,
ricordiamo la sua situazione nel primo Natale. Oggi ci sono tante chiese che
celebrano la nascita di Gesù facendo festa e gioendo. L’atteggiamento
tradizionale è stato quello di lodare il modo in cui il Messia nacque in una
stalla e fu deposto sulla paglia di una mangiatoia. Ma come poteva l’umanità
essere orgogliosa del fatto che il figlio di Dio nacque in una stalla?
Gli ebrei erano stati preparati da Dio
per ricevere ed aiutare Gesù, ma il popolo aveva veramente idea di che era Gesù
e di cosa avrebbe dovuto fare per aiutarlo a compiere la volontà di Dio? Non
sapeva un bel nulla. C’era qualcuno che capiva la missione di Gesù come
individuo, la sua missione per restaurare la sua famiglia, la nazione attorno
alla sua famiglia e alla fine il mondo intero? È molto chiaro che non ci fu
nessuno, né laico né religioso, che aiutò Gesù a realizzare la sua missione.
Se mai ci fu qualcuno che capì Gesù e lo
aiutò, fu Dio stesso. Dio lo sapeva, ma nessun altro, a parte Gesù, capì la sua
responsabilità. Dio era contento e felice mentre guardava Suo figlio nascere in
una stalla, piangendo al freddo, senza nessuno attorno a lui che sapesse cosa
avrebbe dovuto fare, e con Satana che cercava a tutti i costi di trovare un
modo per fermarlo? Dio poteva sentirsi a Suo agio in quella situazione?
Torniamo indietro e pensiamo un po’ più
nei particolari a com’era l’ambiente direttamente circostante. Maria era la
madre di Gesù, ma Giuseppe non era suo padre. Quando Giuseppe la sposò, Maria
era incinta e Giuseppe sapeva che il bambino che lei portava in grembo non era
suo. Giuseppe non sapeva nulla, tranne quello che gli era stato detto in un
breve sogno. Giuseppe era un uomo giusto e così sposò Maria come gli era stato
ordinato da un angelo, ma per quanto tempo pensate che potesse sentirsi a posto
e felice di questo? Non pensate che continuasse a fare domande e a chiedere
ripetutamente a Maria: “Di chi è il bambino?” Poteva Maria rispondere
semplicemente senza problemi: “Oh, è stato concepito dallo Spirito Santo,
perciò dovresti essere felice?” Anche se Maria avesse detto sinceramente
questo, pensate che Giuseppe avrebbe risposto con gioia?
Siate realistici e immaginate voi
stessi in quella posizione. Supponete che tutti vi rispettino come un uomo
generoso, ma che dobbiate sposare una donna che è incinta, e aspetta un figlio
da un altro. Se lei vi dicesse che quel figlio è stato concepito dallo Spirito
Santo, forse per un giorno non provereste risentimento, ma potreste sentirvi
generosi per tutti gli anni seguenti? Se uno di voi fosse nella situazione di
Giuseppe, sentendo intorno a sé critiche e pettegolezzi, vi sentireste molto
felici e contenti di Maria? Sareste contenti di servire il bambino una volta
che è nato e vi sacrifichereste per proteggerlo dal male?
È probabile che Giuseppe abbia chiesto
tante volte a Maria di chi era il bambino che portava in grembo, perché era
curioso e perché cercava di capire. Ma ricordate che a quel tempo una donna non
sposata che rimaneva incinta, secondo la legge mosaica doveva essere lapidata
per aver commesso adulterio. All’inizio Giuseppe probabilmente pensò che
avrebbe capito, ma a lungo andare non riuscì ad accettare la situazione. Pensate
che quel rapporto sia stato felice per tanto tempo? È probabile che litigassero
e non avessero fiducia l’uno nell’altra, anziché comprendersi pienamente e
cooperare con amore.
Una volta nato Gesù, il disaccordo
divenne senza dubbio più grande e Giuseppe vedeva Gesù come qualcosa che
non era voluto e che aveva rovinato il suo rapporto con Maria. Se giudichiamo
dalla realtà della natura umana questa probabilmente era la situazione che
accompagnò tutta la vita di Gesù. A causa dell’attitudine dei loro genitori nei
confronti di Gesù, persino i suoi fratelli e le sue sorelle non lo rispettavano
e tanto meno pensavano che era il figlio di Dio. Lo trattavano peggio degli
altri bambini perché era diverso.
La Bibbia narra che Maria e Giuseppe
portarono Gesù al tempio di Gerusalemme per la Pasqua, ma quando lasciarono la
città, non si preoccuparono neppure di controllare se Gesù era con loro. Si
accorsero della sua assenza solo dopo tutta una giornata di viaggio. Persino in
una famiglia comune, potete immaginare dei genitori che lasciano un bambino
dell’età di Gesù tutto da solo in una città affollata?
Possiamo supporre con certezza che
Maria e Giuseppe litigassero per questo. Giuseppe potrebbe aver detto:
“Dimenticalo. Partiamo”. E Maria doveva seguirlo. Ma Poiché Maria insisteva e
Giuseppe sapeva che lei non avrebbe ceduto, tornarono indietro a cercare Gesù e
portarlo a casa con loro.
Mentre Maria era incinta e la
disaccordo fra Maria e Giuseppe continuava, non pensate che per tutto il
vicinato girasse la voce di quanto spesso lottavano? In un vicinato così unito
come quello di un antico villaggio ebraico, era possibile che tutti sapessero
che Maria e Giuseppe per qualche ragione non andavano d’accordo. Il sommo
sacerdote Zaccaria e tutti parenti almeno conoscevano la situazione e la
disapprovavano.
La famiglia di Giuseppe sapeva che Gesù
non era veramente uno di loro e anche se probabilmente non ne avranno discusso
davanti a lui, Gesù non era rispettato. Persino adesso, in una società così
permissiva come quella americana, se una ragazza ha un figlio di cui non si
conosce il padre, ci sono chiacchiere su questo. Al tempo di Gesù vigeva una
situazione molto più dura, perché una madre non sposata era punibile con la
morte. Certamente ci saranno stati dei pettegolezzi crudeli. Poteva Gesù
crescere felice e contento come un bambino comune in quelle circostanze, oppure
potete immaginare che Gesù era prigioniero di una situazione insopportabile?
Ogni bambino con cui Gesù giocava deve aver fatto dei commenti sulle cose che
sentiva dire dai suoi genitori. Gesù non può semplicemente aver avuto dei
rapporti normali con gli altri bambini.
Nonostante ciò, rimane il fatto che
Gesù nacque per salvare tutti gli uomini. Egli era il figlio unigenito di Dio e
il suo obiettivo di salvezza erano proprio le persone che lo mettevano al
bando. Il modo in cui il Re dei re fu maltrattato e frainteso dalle persone
intorno a lui era tremendamente diverso dall'ideale che Dio aveva per Gesù.
Preghiamo.
Padre Sun Myung Moon
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